Mostra personale / Solo exhibition LUIGI CIOLI


 

L’ Arte che non BASTA
di Anna Massinissa

 

Luigi Cioli fa Arte ufficialmente da 30 anni, ma in realtà ho la netta sensazione che tutta la sua vita sia stata un meccanismo, misto di casualità e determinazione, alla ricerca dell’Arte.

Luigi ha meticolosamente raccolto ed accumulato pile di interessantissime riviste tecniche e cataloghi, testi critici, meravigliosi volumi d’arte, fotografie infinite e documentazioni di storia e contemporaneità artistica - questi testi, oggi, occupano un’area importante della sua casa e della sua vita.

Parallelamente Luigi ha cercato, ha sperimentato, osservato ed applicato tecniche, strumenti, media e supporti che nel suo studio campeggiano la maggior parte dello spazio in una declinazione incredibile di forme, non forme, dripping, matericità, spatolature, graffi e trasparenzenze, colore e non colore - concetti potenti od eterei frivoli guizzi di sola bellezza. Uno stile inconfondibile, in cui la firma imperativa, graffiata ed incisiva dell’artista, ha sigillato la paternità di opera INOPERA.

Ma NON BASTA, continuamente, in questi anni, Luigi ha avvicinato tutti quelli che intorno a lui fanno arte visiva e che con l’arte visiva, le linee i colori si esprimono. Con affetto immenso a loro si é relazionato, con la voglia insaziabile, convulsa, irrefrenabile, di chi è innamorato e desidera la vicinanza dell’amato, e non ne ha mai abbastanza.

Questo é Luigi: un animo immenso, circondato di artisti, di colore, di bellezza, della confusione e del rumore delle grandi assemblee di creativi, delle discussioni sul contemporaneo e sui tecnicismi, della fatica degli allestimenti, così come dei momenti di grazia, solitari, in cui di fronte ad un opera, non si sente altro più che il pulsare del nostro sangue, e il tempo speso insieme a quell’opera non é MAI ABBASTANZA.

Ecco cosa é Luigi: é l Arte, quella viva, vibrante ed appassionata, in cui l’artista si riconosce e si confonde, di cui si compiace e si sazia.

Questa mostra é dunque come un banchetto, offerto dall’artista al suo pubblico. Uno dei tanti banchetti possibili, fatto di opere selezionate da una produzione vastissima, ad offrire un menù rigoroso, sapido e dal gusto inimitabile.

Parliamo di spatolati, di dipinti materici, di pennellate determinate. Ed il menu di oggi esalta la bellezza del GESTO.

È il GESTO il protagonista che muove il colore e lo trascina sulla tela; é il gesto che conduce il pigmento, che fissato ed immobile, diviene esso stesso movimento che continua a vibrare oltre lo spazio della carta o della tela in cui é stato appoggiato. È il filone della “gestualità pittorica”, in cui il valore artistico deve essere misurato valutando il moto che lo ha generato. Il gesto é quindi la poetica stilistica di questa collezione, fatta di media diversi: sia di minuzie che di grandi superfici, di matericità o trasparenze, ma sempre di gesti, gesti definitivi in cui Luigi Cioli ha traslato tutta la sua passione unita a tutto il suo amore per il fare Arte: essi ora sono li, depositati dentro l’opera.

Ho Chiesto a Luigi Cioli - era scontato che lo facessi - cosa volesse esprimere con i lavori in mostra.  Ben cosciente di quanto grande e potente é l’urgenza pittorica espressa, di quante e quali energie Luigi ha impegnato per trovare le soluzioni che ha proposto, ero curiosa di sapere da dove avrebbe cominciato a raccontarsi. Inaspettatamente mi sono sentita rispondere: “ho dipinto per l’Arte, E BASTA”